Quando uomo e macchina si fondevano in un unico mito.
Un tempo che coincide con la mia infanzia , gli anni cinquanta, ripercorsi in un itinerario destinato a suscitare emozioni e pulsioni segrete. Fu quello, del resto, un decennio fitto di accadimenti, un decennio dai due volti, che prese avvio dalle macerie di un dopoguerra di unâItalia chiusa in una grigia, arcaica provincialitĂ , e si concluse con lâesplodere del primo boom economico.
La scopa dâerica veniva sostituita dallâaspirapolvere, il mastello dalla lavatrice, la ghiacciaia dal frigorifero, mentre la televisione modificava radicalmente il comportamento singolo e collettivo. La manifestazione piĂš eclatante, tuttavia fu lâinsorgenza del culto della velocitĂ . Con una virulenza sconosciuta forse dalle stagioni eroiche del futurismo, lâautomobile non venne eletta soltanto status symbol, ma anche organismo speculare del pilota.
Nella identificazione uomo-macchina si intravedeva il raggiungimento piĂš alto della volontĂ di potenza. Inoltre, per le misteriose vie delle associazioni analogiche lâautomobile acquisiva addirittura una valenza erotica, un aspetto che non sarebbe sfuggito alla pubblicitĂ . Elementi iconografici di unâepoca e di una societĂ consumista che diffonderĂ ovunque la religio merceologica, ma che soprattutto resuscita sensi criptici in grado di influenzare una mia ricerca introspettiva, da esprimere attraverso dipinti, sculture, disegni, stampe.
Motorart è la definizione di una passione, legata al mondo dei motori, dellâarte e della pubblicitĂ , che ha accompagnato i miei studi e le mie attivitĂ professionali. Opere e lavori sono indirizzati agli amanti ed ai collezionisti dellâarte e delle auto dâepoca, un binomio di sensibilitĂ che al di lĂ del piacere di possedere e conservare, regala la possibilitĂ di ammirare, di apprendere e conoscere, e di rivivere emozioni di âquando uomo e macchina si fondevano in un unico mitoâ.
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